Camila
Solange Knowles intervistata da Grazia ; Beyoncé è la mia migliore amica
11 Aprile 2012
in News

La dichiarazione non è poi così scontata, date le indiscrezioni su una certa rivalità in famiglia. Ma Solange Knowles, cantante e modella, smentisce: «È vero che siamo molto diverse, anche come artiste, ma lei è un grande sostegno per me. E io una grande zia per sua figlia…».
Quando tua sorella maggiore è la star planetaria Beyoncé, è un attimo scivolare nell’ingrato ruolo della “sorella sfortunata”. Ma Solange Knowles, 25 anni, meglio conosciuta come Solange e basta, ha saputo mettere a frutto i doni che Madre natura ha, benevolmente, elargito anche a lei.
Tra i suoi tanti talenti – cantautrice, ballerina, modella, dj – c’è anche quello di sapersi vestire benissimo, tanto da essere stata nominata da Vogue Usa fra le “Best dressed” del 2011. E quando, lo scorso gennaio, è stata a Milano e ha sfilato (per beneficenza) con uno splendido abito color argento di Alberta Ferretti – capigliatura selvaggia, rossetto rosso fiamma e andatura felina – di certo non è passata inosservata.

Che a Solange il posto di sorella di serie B non vada giù è chiaro da quando, nel 2003, a soli 16 anni, ha eloquentemente intitolato il suo album di debutto Solo Star, dopo che Beyoncé aveva dichiarato che, nonostante la partecipazione ai tour delle Destiny’s Child e contrariamente alle aspettative paterne, la sorella non sarebbe entrata a fare parte del gruppo.
Ma Solange non si è scoraggiata e, da allora, ha continuato a cantare, a scrivere canzoni, a sfilare (anche per il marchio di famiglia House of Deréon).

«Non rispondo a domande sulla mia famiglia», è la prima frase che dice quando ci incontriamo. Ma poi si rilassa e accetta anche di parlare della sorella, che definisce la sua migliore amica (ma a cui, leggendo bene tra le righe, non lesina qualche frecciatina), e della nipotina Blue Ivy (figlia di Beyoncé e del rapper Jay-Z), nata a gennaio a New York, a cui ha dedicato un cinguettio su Twitter che sembra fatto apposta per mettere a tacere tutte le malelingue: «Blue Ivy, sei la bambina più bella del mondo». Ma procediamo con ordine…
Solange, è vero che ha scritto la sua prima canzone a nove anni?

«Sì, per una gara di beneficenza. Nel testo c’erano frasi buffe su come avrei cambiato il mondo. Ovviamente non era una canzone politica, ero troppo piccola!».
Anche sua madre Tina era una cantante: quanto ha influenzato lei e sua sorella?

«Molto, credo. Quando noi eravamo piccole, non cantava più in modo professionale, ma anche mio padre lavorava nel mondo della musica (faceva il manager discografico, ndr) e in casa la radio era sempre accesa. I miei genitori ascoltavano molto soul: Marvin Gaye, Diana Ross… Sono cresciuta così».
Dove abitavate in quegli anni?
«A Houston, in Texas. Oggi, però, vivo a New York, a Brooklyn: adoro il mio quartiere, è un posto ideale per le famiglie. Mio figlio Daniel, che ha sette anni, va alla scuola francese, a due passi da casa, e abitiamo in una bella villetta con il giardino».
Abita da sola con lui?

«No, in casa con noi c’è anche il mio fidanzato».
Nel suo quartiere riesce ad avere una vita normale, anche se è famosa?

«A volte mi è capitato di essere seguita dai paparazzi, ma, generalmente, non vengo disturbata, anche perché intorno a me abitano un sacco di artisti, scrittori, designer… La possibilità di avere una vita tranquilla è una delle ragioni per cui mi sono trasferita a Brooklyn: qui si sta meglio che a Manhattan. Nella mia vita ho già cambiato parecchie case: sono cresciuta nel Texas e, a 17 anni, sono andata ad abitare con mio marito in una piccola fattoria nell’Idaho. Poi ho vissuto a Los Angeles e, da lì, mi sono trasferita a New York. Ora sono costretta a fermarmi perché mio figlio va a scuola».
Già, lei si è sposata giovanissima con il suo primo fidanzatino e ha avuto un bambino a soli 18 anni. Perché tanta fretta?

«Ero innamoratissima e sposarmi con lui mi sembrava il massimo. E oggi, anche se ci siamo separati, non rimpiango niente: è stato un bellissimo viaggio insieme, mi ha reso quella che sono e mi ha regalato il mio meraviglioso bambino».
Lei è testimonial di una famosa casa cosmetica, Rimmel London: si sente in colpa se esce di casa senza trucco?

«A dire la verità, non mi trucco quasi mai… Mi sveglio alle 6 e 30 per portare mio figlio a scuola e l’ultima cosa che mi viene in mente, a quell’ora, è il make up. Nelle occasioni speciali, però, mi piace essere truccata bene».

Che cosa ha provato quando è stata nominata una delle donne meglio vestite del 2011?

«Ero senza parole, contentissima e grata. Ma ho anche pensato che non me lo meritavo: c’è così tanta gente elegante, in giro, che prende la moda molto più seriamente… Vestirmi, per me, è soltanto una maniera di esprimermi».
Si sente più a suo agio nella musica o nella moda?

«La musica è il mio mestiere, scrivere canzoni è la base della mia vita. Non sono tanto interessata alla moda, quanto allo stile».
Quando ha cominciato a cantare, non aveva paura del paragone con una sorella così famosa?

«No, non mi sono mai posta il problema: mia sorella è la mia migliore amica, la amo profondamente e la ammiro e rispetto come artista, ma siamo diverse. Io, fondamentalmente, faccio musica per me stessa e non per il pubblico. Naturalmente, poi, spero che piaccia anche agli altri».
I giornali parlano sempre di una presunta rivalità tra di voi…

«Davvero? Io non ho mai letto niente di simile e non ho mai avuto nessuna rivalità con mia sorella».
Adesso è anche zia. Il suo benvenuto a Blue Ivy è stato molto caloroso.

«Sono felicissima. La mia nipotina è il nuovo amore della mia vita».
E suo figlio è contento?

«Sì, ma anche un po’ geloso».
Naomi Campbell sostiene che le modelle afroamericane sono ancora discriminate. È d’accordo?

«Non conosco così bene la moda, quindi non so risponderle. In ogni caso, preferisco concentrarmi sul positivo, celebrare questa rivoluzione che comunque è arrivata. Perlomeno le modelle nere ora sono molte».
Se dovesse partire e potesse portarsi dietro solo un vestito, sarebbe nero-chic o giallo-energy?

«Ma giallo, senza dubbio! Ho l’aria di una che si veste di nero?».

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