Alessandro
Come il palco dell’OTRII riflette la storia di Beyoncé & Jay Z
27 Giugno 2018
in News, OTR2

Già nel 2016 Beyoncé ci ha dimostrato che nessuno mette in scena un concerto negli stadi come lei. Dazed ha intervistato Ric Lipson l’archietto responsabile dell’On The Run II Tour e hanno parlato di come, insieme ai Carters, hanno creato un palco fluttuante e un maxi schermo dalle misure di una strada di Londra.

Il design del palco riflette la storia di perdono e riconciliazione di Beyoncé & Jay Z, come ha raccontato Lipson:

 

“Si sono rivolti a noi verso ottobre dello scorso anno. Per il Coachella, voleva una specie di piramide piena di performer. Si è evoluta sempre di più ed è diventata l’esperienza HBCU dell’America. Da febbraio ad aprile abbiamo provato per il Coachella e contemporaneamente stavamo disegnando il palco del tour.

 

 

Il palco rappresenta la storia di una coppia innamorata che si è separata e parte del concerto avviene mentre si rincorrono e poi ritrovano la strada insieme e si riuniscono. L’idea concettuale del concerto è quella di due passerelle che si estendono fino al pubblico, molto più vicini alla gente rispetto alla maggior parte dei concerti. Gli stadi sono grandissimi luoghi, con spazi enormi da riempire e gli schermi in qualche modo lo fanno. L’abilità di riuscire a spostare l’artista dal palco è qualcosa di magico.

 

Volevano un enorme maxi schermo, volevano che questo schermo rivelasse l’orchestra e questo elemento scultoreo, umano. Al Coachella avevamo 120 performer, infatti la produzione era incentrata sui corpi delle persone e sui musicisti e sui talenti e sull’energia piuttosto che su uno schermo. Volevamo qualcosa di simile per il tour ma non potevamo portarci dietro 120 persone; allora abbiamo creato questa struttura a quattro piani sul palco in cui lo schermo si divide e rivela il retro.

 

Concettualmente queste persone vivono di corsa, in viaggio e la divisione riguarda questo e infatti sono separati. Volevamo questa idea di movimento. Nell’evolversi del concerto passiamo dal palco oscuro del concerto dove Bey canta le canzoni di ‘Lemonade’, lui canta i brani di ‘4:44’, l’album di scuse rivolto all’album della rabbia, allora escono e il ponte tra le due passerelle si alza e li conduce sul pubblico. Quello spazio diventa uno spazio euforico, psichedelico e magico per le persone al di sotto. La parte finale del concerto è una celebrazione con le più grandi hit.  

Beyoncé & Jay Z erano coinvolti ovviamente. Alcune decisioni riguardavano motivi artisti, altri economici e altri logistici per trasportare tutti i giorni in altre città il palco.

 

Beyoncé ha appreso molto col Formation Tour. Alcune cosa hanno funzionato bene sugli schermi e altre meno. Non voleva che ci fosse sempre un video in background perché perdi l’abilità di fare qualsiasi cosa o non sai cosa fare durante. Ha insistito per la struttura a quattro piani che ha rallentato la fabbricazione e aumentato notevolmente i costi; è stata la migliore cosa da fare, perché quando quel muro si apre e vedi quella band e che ci sono musicisti incredibili con personalità, è una visuale brillante in un mondo troppo digitale. Vedere 27 persone che suonano vera musica è una meraviglia. La maggior parte dei concerti suona molta musica con appena quattro persone. Ma Beyoncé voleva più persone, per renderlo più vero.

 

 

Volevamo che l’intero concerto fosse un’installazione d’arte, che incontrasse l’opera, un concerto, un pezzo di danza e l’architettura. Volevamo che fosse più ordinato e diverso rispetto ai concerti pop tradizionali. Penso che il concerto a tratti sia assolutamente pop, altri momenti è molto semplice e artistico. Continuano a ridefinire il genere e a come farlo. Questa è la loro storia per quelli che sono e quello che fanno e il nostro mestiere è quello di aiutarli a rappresentare tutto ciò.

 

Con la pubblicazione del nuovo album il concerto cambierà sicuramente. Ci saranno nuovi contenuti e useranno il palco diversamente con i nuovi brani. Non penso che rifaranno da capo l’intero concerto perché hanno molte hit da fare e ci sono solo nove nuovi brani sul disco. Non so di preciso ancora. Abbiamo fatto delle prove ma non abbiamo ancora inserito nulla.”

 

DAZED

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