Alessandro
“I Was Here”: la canzone che ispira un movimento pacifico giovanile in Iraq
1 Novembre 2014
in News

LOS ANGELES: “Voglio lasciare le mie orme sulle sabbie del tempo; So che c’è qualcosa che, qualcosa che ho lasciato alle spalle. Quando lascerò questo mondo, me ne andrò senza rimpianti. Lascerò qualcosa da ricordare; Così non dimenticheranno che ero qui…” canta Beyoncé prima dell’assemblea generale delle Nazioni Unite a New York per promuovere il World Humanitarian Day nel 2012.

Senza sapere l’impatto, delle parole della star, che avrebbe avuto due anni più tardi sui giovani di Baghdad.

“Queste parole erano così potenti, da cambiarti la vita. So che è difficile realizzarlo ma vogliamo cambiare il mondo e quella canzone ci ha fatto capire che possiamo farlo. Possiamo vivere in un mondo con la pace, senza guerra e terrore.” Mohammad Huzaifa Muluki, uno studente di 23 anni di Baghdad confida a FOX411.

Tantissimi piccoli passi possono portare a grandi cambiamenti, ha aggiunto il ragazzo.

Inizialmente l’idea era partita da Muna Abdel Halim con Muluki e altri tre compagni universitari e cioè di lanciare una campagna umanitaria dallo stesso nome – “I Was Here.” Oggi si contano oltre 150 giovani volontari in aumento, tutti con la missione di fornire servizi che aiuteranno chi ha bisogno.

“Tutti i giorni vediamo immagini e ascoltiamo storie di dolore e sofferenza dai nostri vicini e dai paesi più lontani. Ma notiamo anche azioni di bontà, piccole e grandi. Un giorno, un messaggio, un obiettivo per ispirare la gente qui in Iraq a fare qualcosa di significativo per qualcun altro, non importa quanto grande.”

La campagna consta di tre gruppi principali: uno si occupa di operazioni umanitarie, uno di servizi e il terzo di lavoro. La campagna si rivolge alla riabilitazione dei siti archeologici, con attenzione sull’arte, cultura e storia della terra antica. Hanno pulito a fondo e riaperto la Mustansiriya Madrasah, una famosa scuola storica di Baghdad che venne fondata nel 1233. Hanno anche raccolto cibo e vestiti e li hanno dati a chi non ne aveva.

I volontari e Muluki trascorrono molto tempo con i bambini. Collaborano con una scuola locale per fornire sedie a rotelle agli studenti disabili e hanno trascorso del tempo con bambini malati e feriti negli ospedali locali.

“Abbiamo anche il nostro programma “Make-A-Wish”. Quando vediamo un bambino col cancro, il mio cuore si spezza. Ci parliamo e proviamo a esaudire il suo ultimo desiderio.”

“I Was Here” non accetta contributi finanziari ma ha bisogno di giovani iracheni affinché concedano il loro tempo per promuovere un messaggio positivo di pace e accettazione. Muluki afferma che ogni viaggio è un rischio. Un membro ha perso una gamba quando è stato ferito da un’autobomba.

Nonostante Muluki e i suoi amici non sapessero nemmeno chi fosse Beyoncé fino alla sua esibizione del 2012 alle Nazioni Unite, i bambini dei volontari oggi cantano “We Were Here”.

“Stiamo spargendo l’idea di bontà nei cuori delle persone sui principi di quello che canta Beyoncé – ‘Fare qualcosa di bello da qualche parte per qualcuno.’ Stiamo istruendo gli iracheni sui propri diritti umani. Vogliamo amicizie. Vogliamo vivere in pace. Ma ora è quasi sempre molto pericoloso là fuori, dobbiamo stare in casa.” Conclude Muluki.

 

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