Camila
Beyoncé intervistata da Anderson Cooper per 360° di CNN .VIDEO INTEGRALE
16 Agosto 2012
in News, Intervista, video

AC: Allora, Beyoncé, come sei entrata a far parte di World Humanitarian Day?

B: Mi sentivo decisamente attirata dall’idea di aumentare la consapevolezza per questo giorno di riconoscimento. Sai, ho scoperto che 22 persone persero le loro vite mentre aiutavano altre persone.

AC: A Baghdad?

B: Sì, a Baghdad. Pensavo che sarebbe stato qualcosa di incredibile poter rendere ciò un qualcosa di positivo, e provare a rendere partecipe il mondo, facendo fare qualcosa di grandioso per qualcun’altro.

AC: Nella canzone che hai scelto di dedicare per l’occasione, “I Was Here”, qual è il messaggio?

B: “I Was Here”, dice:“Voglio lasciare le mie impronte sulle sabbie del tempo”, ed è praticamente il sogno di tutti noi, quello cioè di lasciare un segno nel mondo. Sento che noi tutti vogliamo sapere che la nostra vita abbia significato qualcosa, che abbiamo fatto qualcosa per qualcun altro, e che abbiamo trasmesso positività, non importa quanta. Pertanto la canzone era perfetta per l’ Humanitarian Day.

AC: È ciò che vuoi … Trasmettere positività?

B: Assolutamente. Penso che noi tutti abbiamo i nostri obiettivi e i nostri punti di forza. Non so se sia egoista o meno, ma è così meraviglioso fare qualcosa per qualcun altro e penso che per l’UN è stato qualcosa di veramente importante includere l’intero mondo, e penso che sia ciò che rappresento.

AC: Allora, stiamo cercando di raggiungere un miliardo di persone all’Humanitarian Day. Cosa speri di riuscire a portare a termine? Qual è l’idea dietro a tutto ciò?

VA: Be’, ci sono milioni di persone nel mondo che necessitano di aiuto, e parte del mio lavoro è diffondere questo messaggio là fuori. Potrei utilizzare i media per il resto della mia vita, ma non riuscirei a raggiungere tante persone quante ne raggiungerebbe Beyoncé, quindi questa collaborazione…

AC: Adesso, non ti sottovalutare così!
VA:Be’ grazie!

AC: Lavori davvero duramente, lavori sodo tutte le volte.

VA:Grazie, è vero, ma si tratta veramente di dire a delle persone là fuori che questa è sia una commemorazione, perché ci sono molte persone che perdono le loro vite cercando di aiutarne altre, sia una celebrazione dei gesti che le persone fanno. C’è un grandissimo quantitativo di cose che le persone fanno ogni giorno che non viene per nulla riconosciuto. Quindi questo evento riguarda le azioni piccole come quelle più grandi.

AC: Le persone seguono i notiziari. Quando vedono il massacro in Siria, vedono la crisi umanitaria, vedono ciò che sta succedendo nell’est del Congo, con milioni di persone che sono morte in tutti questi anni. E, moltissime volte, le persone si sentono senza speranza e inermi. Come si potrebbe contrastare questo?

VA: Questo è proprio il messaggio che stiamo cercando di trasmettere quest’oggi, cioè che ognuno di noi può dare un piccolo contributo che, farebbe una grande differenza. Ma non dimentichiamoci che ci sono persone qui negli US, persone in tutto il mondo, che fanno questo tipo di azioni ogni singolo giorno, senza sosta, aiutando dei senzatetto, per esempio. Molte piccole cose che le persone fanno. E uno dei messaggi del World Humanitarian Day è che POSSIAMO FARE LA DIFFERENZA. Possiamo fare la differenza attraverso un piccolo gesto.

AC: Quindi, il 19 agosto, state sperando che le persone in tutto il mondo faranno tutto ciò che gli riesce possibile, faranno del volontariato nelle comunità, doneranno del denaro, doneranno il loro proprio tempo, qualsiasi cosa sia.

B: Certamente.

AC: Sai già ciò che farai durante quella giornata?

B: Allora, pensavo a molte cose differenti. So per certo che una cosa sulla quale mi focalizzerò ora, ogni giorno, sarà fare qualcosa, e praticamente dare esempi di atti di gentilezza da cui le persone potrebbero essere attratte, penseranno che potranno fare anche loro qualcosa del genere, anche se questa è una cosa piccola come offrire del cibo ai senzatetto, dare il proprio cappotto a qualcuno che ne ha bisogno, o aiutare le persone anziane ad attraversare la strada…

AC: È di ispirazione perché, per esempio, nella settimana dell’uragano Katrina, avevi un’associazione che ha cercato di aiutare le persone a New Orleans…

B: La Survivor Foundation.

AC: Hai anche fatto portare del cibo durante uno dei tuoi concerti. Ed è fantastico, penso, a New Orleans, l’esempio di ciò che è successo con l’uragano Katrina, come anche ad Haiti, è il potere delle persone individuali che avanza, ciò che ognuno di noi può fare. Così molti gruppi della Chiesa, Organizzazioni Non Governamentali, e anche solo persone singole sono andate a New Orleans e nel Gulf Coast per dare una mano, per costruire case, per fare tutto ciò che avrebbero potuto fare. È davvero di ispirazione.

B: SI. Lo è davvero. Abbiamo costruito case provvisorie, ospitando molti dei sopravvissuti a Katrina, che penso fosse importante perché le persone dovevano imparare a rimettersi in piedi. Ed è molto più di una cosa da un solo giorno le persone necessitano sempre di aiuto .
E penso che una cosa grandiosa a proposito del video, sperando che lo vedano, e sarà un motivo per cui ricorderemo che anche la più piccola cosa può aiutare.

AC: Al tempo del mio diploma al college, pensavo di essere un soccorritore, ma realizzai di non avere il fegato per ciò, sai, vivere in una tenda per anni al tempo, nella situazione di così tante persone. Hai visto come lavorano molte persone nel mondo, è semplicemente straordinario ciò che fanno.

B: Esatto, lo è, ed io ho il massimo rispetto per questo. Molte volte qualcuno si sente anche travolto, sopraffatto. Non bisogna avere nient’altro che rispetto per le persone che rischiano le loro vite. Ma so che se siamo consapevoli dei piccoli gesti che possiamo fare e tutti facciamo qualcosa di effettivo, importante quel giorno, avrà un grande impatto.

Ringraziamo per la traduzione Samuel Petrucci – Mattia Flora

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