Il mondo è blu ai suoi bordi e nelle sue profondità. Questo blu è il blu della luce che si è persa. La luce al limite blu dello spettro non percorre l’intera distanza che c’è dal sole a noi. Essa si scompone fra le molecole d’aria, si disperde nell’acqua. L’acqua non ha colore; l’acqua bassa sembra prendere il colore di qualunque cosa stia al di sotto di essa, ma l’acqua profonda è piena di questa luce dispersa: più è pura l’acqua e più il blu è profondo. Il cielo è blu per la stessa ragione, ma il blu all’orizzonte, il blu della terra che sembra dissolversi nel cielo, è un blu più profondo, incantevole, un melanconico blu; il blu dei posti più lontani, quando hai una vista di miglia e miglia; il blu della distanza. Questa luce non ci tocca, non percorre tutta la distanza; la luce che si perde, che ci dona la bellezza del mondo, gran parte della quale si trova nel colore blu.
Rebecca Solnit, “Field Guide to Getting Lost”.
Traduzione Samuel Petrucci